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Daniele Rustioni dirige un festival verdiano a Lione
Daniele Rustioni, oggi Direttore principale dell’Opera di Lione, ha già al proprio attivo una vasta esperienza nel repertorio verdiano, come abbiamo visto nel recente passato attraverso le nostre cronache scaligere. Saggia decisione quindi, da parte del sovrintendente Serge Dorny, l’avergli affidato un mini-festival che ha avuto nella proposta del Don Carlos la sua scelta più convincente. Rustioni sembra racchiudere in sé l’eredità delle ultime generazioni di grandi direttori italiani, in una sorta di ricapitolazione ontogenetica: in lui si sente decisamente la lezione di Abbado e di Muti come se fosse stata effettuata una specie di sintesi delle qualità migliori dei due grandi predecessori in termini di scavo psicologico delle partiture e di identità specifica delle stesse, ricerca del suono, appartenenza alle diverse fasi creative che caratterizzano il lungo arco compositivo del musicista.
...Di notevole valore, e non certo solamente per l’immediatezza di una versione in forma di concerto, che non “disturba” la ricezione puramente musicale, è stata infine la proposta di Attila, titolo infuocato del Verdi annata 1846, quello più battagliero, eroico, “genuino” che sembra sfruttare qualsiasi appiglio storico del passato anche remoto per sollevare l’attenzione sulla “questione italiana”. Il titolo è stato presentato da Rustioni in maniera del tutto convincente e partecipe, con momenti di entusiastica partecipazione che non hanno mancato di sollevare l’umore e meritare i pieni consensi di un pubblico pienamente conquistato dal messaggio verdiano. 
Il Corriere Musicale, Luca Chierici

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